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Mal di testa e cefalea


Mal di testa e cefalea


Mal di testa è un'espressione generica con la quale si definiscono patologie molto diverse fra loro. Sono state individuate tredici forme di cefalea (termine scientifico con cui si indica il mal di testa) suddivise, a loro volta, in primarie e secondarie, con oltre novanta diverse "sottocategorie". Caratteristiche fondamentali per la classificazione dei vari tipi di cefalea sono: qualità, intensità, ciclicità del dolore e sua modalità di insorgenza.

La cefalea primaria rappresenta una malattia vera e propria, indotta da cause non sempre immediatamente identificabili, nell'ambito delle quali si possono individuare alcuni fattori scatenanti di natura ormonale o ambientale. L'emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo sono le tre principali forme di cefalea primaria.

Le cefalee secondarie sono invece dei sintomi indicativi di altri disturbi (allergie, difficoltà digestive, sinusite, ipertensione o artrosi) o scatenati da un motivo preciso, come l'assunzione o la mancata assunzione di particolari sostanze quali caffeina, alcool o alcuni tipi di farmaci.

Il mal di testa è una patologia molto diffusa: in Italia ne soffrono 26 milioni di persone (Eurisko, Nov.1999), di cui la maggior parte donne. È anche una malattia sociale che fa perdere oltre duecento milioni di ore di lavoro all'anno e che incide sulla qualità della vita di chi ne è colpito.
Il mal di testa è un'esperienza comune alla maggior parte delle persone. Ognuno di noi ha certamente avuto occasione di sperimentare, almeno una volta nella vita, una crisi di cefalea, associandola di volta in volta a ragioni diverse: ansia, insonnia, stress, stanchezza, fumo, alimentazione, sforzi fisici, eccetera.
Ma quali sono le cause del mal di testa? La difficoltà nel rintracciare con sicurezza le cause del mal di testa risiede in gran parte nel fatto che la cefalea può configurarsi come sintomo di diversi disturbi di natura patologica. Il primo passo da compiere è dunque quello di distinguere tra cefalee primarie (cefalee-malattia) e cefalee secondarie (cefalee-sintomo).

Mentre le secondarie rappresentano un sintomo di altre malattie, le primarie sono esse stesse la malattia. Nell'ambito delle principali forme di cefalee primarie (cefalea tensiva, emicrania e cefalea a grappolo) i meccanismi da cui scaturiscono gli attacchi sono poi di natura diversa a seconda dei casi.
È importante distinguere tra cause e fattori scatenanti. Con il termine cause si intendono quelle alterazioni di fattori fisiologici interni al nostro organismo (alterazioni di tipo vascolare, nervoso, muscolare, ormonale, eccetera) che sono responsabili dell'insorgere del dolore.
I fattori scatenanti sono rappresentati, invece, dall'insieme di elementi e situazioni in grado di indurre, in qualche modo, le modifiche funzionali che causano il dolore, quindi stress, intensa attività lavorativa, mancanza di sonno, esposizione a particolari fattori ambientali, fumo, alimentazione inadeguata, consumo eccessivo di alcool, mantenimento di posizioni scorrette, eccetera. Le modalità con cui i fattori scatenanti interagiscono con il nostro organismo non sono completamente note. 

Le diverse forme di cefalea, emicrania, cefalea a grappolo, cefalea tensiva, hanno ciascuna una cura specifica, che è correlata con le cause che determinano l'insorgere del dolore. Affinché la cura sia veramente efficace, quindi, è fondamentale identificare con la maggior precisione possibile il tipo di mal di testa in questione e le sue caratteristiche.
A questo scopo ci si può servire di un "diario del mal di testa", dove annotare sintomi, fattori scatenanti e, in generale, tutto ciò che accompagna la crisi dolorosa. È uno strumento utile per avere una diagnosi precisa e per permettere al medico di scegliere la terapia migliore.
Un altro metodo per monitorare il proprio mal di testa è compilare il Midas (Migraine Disability Assesment Scale), un test di carattere scientifico che consente di calcolare il grado di disabilità determinato dalla cefalea.
Una volta accertata la natura della cefalea, si può scegliere il trattamento più adatto, che è quasi esclusivamente di tipo farmacologico nel caso dell'emicrania e della cefalea a grappolo. Soprattutto nel caso della cefalea tensiva si può ricorrere anche a metodi di cura alternativi.
Per trovare sollievo al dolore si può ricorrere anche a quelli che possiamo definire "i rimedi della nonna", tramandati dalla tradizione popolare.
Una precauzione importante da prendere durante la crisi di mal di testa è il riposo: buio, silenzio e sonno sono spesso in grado di porre fine all'attacco e favoriscono la velocità d'azione di un farmaco. 


Altri tipi

L'IHS (International Headache Society) ha classificato ben tredici tipi di cefalee, suddividendole in due categorie: primarie e secondarie. 


Le cefalee primarie sono vere malattie e non hanno una causa specifica che ne giustifichi l'insorgere. Appartengono a questo gruppo emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo e altri tipi di cefalee non associate a lesioni strutturali, ma innescate da vari, e spesso insospettabili, fattori.


Le cefalee secondarie, invece, sono scatenate da cause diverse da quelle del mal di testa e possono essere sintomo di un'altra malattia.
Si manifestano come conseguenza di: 
traumi cranici o, comunque, lesioni del capo; 
malattie o disfunzioni dei vasi sanguigni della circolazione celebrale, per esempio ischemia, trombosi, aneurisma ed emorragia cerebrale; 
malattie del cervello o delle strutture circostanti, come tumori o meningiti; 
assunzione o sospensione di sostanze esogene, come alcool, caffeina, oppiacei; 
infezioni virali o batteriche; 
malattie del metabolismo, come diabete o malattie renali; 
dolori facciali legati a patologie del cranio, del collo, delle orecchie, del naso, dei denti, della bocca; 
nevriti e nevralgie craniche.
Vi è poi un certo numero di cefalee non classificabili. 
Possiamo ricordare in particolare alcune delle patologie elencate. 


La nevralgia del trigemino è l'irritazione di uno dei due nervi cranici (localizzati uno a destra e uno a sinistra del cranio) che danno mobilità e sensibilità al volto. Il dolore si manifesta solo su metà della faccia, è intensissimo e compare all'improvviso. Il dolore è scatenato ogni volta che si muove o si stimola la parte interessata (per esempio parlare, masticare, lavarsi il volto), dura uno spazio di tempo di solito breve, ma può presentarsi più volte al giorno.
Anche la sinusite, l'infiammazione dei seni nasali e paranasali, ha tra le sue conseguenze un fastidioso mal di testa in corrispondenza delle arcate sopracciliari, sotto gli occhi e alla radice del naso. Il dolore è di tipo gravativo ed è descritto come un peso, acutizzato dalla pressione delle dita sulla zona interessata.
Il mal di testa dovuto alla malocclusione dell'articolazione temporo-mandibolare si localizza sotto l'orecchio, diffondendosi verso le guance e il collo. È causato dal fatto che le arcate mandibolari non combaciano perfettamente, per motivi di costituzione fisica o per interventi dentistici mal riusciti o non effettuati. 



Alcune cause e fattori scatenanti


La postura

Forse ti può sembrare strano, ma il cerchio alla testa che ti infastidisce tanto può avere un'origine banale: una posizione scorretta del corpo. Una postura errata può provocare un'eccessiva tensione dei muscoli della testa e del collo, condizione che rappresenta una delle principali cause della cefalea tensiva, una delle forme più comuni di mal di testa. 
In questi casi il rimedio è semplice, basta scoprire quali posizioni mettono a dura prova nervi e muscoli e imparare a governare meglio i movimenti.
In automobile, per esempio, guidare tenendo il corpo proteso verso il volante può mettere in tensione la muscolatura e far partire "in quarta" il mal di testa. La soluzione è semplice: guida sempre con la schiena appoggiata al sedile, dopo averlo regolato nella posizione più comoda. 
Se il traffico è intenso, oltre ad aumentare lo stress aumenta anche la tendenza ad aggrottare continuamente la fronte e il cerchio alla testa si stringe sempre più. Se non riesci a sfuggire alla congestione del traffico, ti consigliamo di farti accompagnare, durante la guida, da una rilassante musica di sottofondo.

Passare molto tempo alla scrivania, con la testa reclinata in avanti per leggere o scrivere, non è molto salutare. Se non vuoi che il mal di testa ti faccia compagnia, usa una sedia con schienale e sedile regolabili e tieni la schiena dritta e gli avambracci appoggiati sul tavolo con i gomiti ad angolo retto. Sciogli almeno ogni due ore i muscoli delle spalle, rimanendo con la schiena diritta e lasciando cadere le braccia lungo il corpo.
Se poi usi un computer c'è qualche regola in più da seguire.
Attenzione anche al letto! Un cuscino o un materasso troppo duri o troppo molli possono causare un'antipatica cefalea al risveglio. 
Infine un'avvertenza per tutte le donne: i tacchi alti possono provocare il mal di testa, perché il corpo è costretto a irrigidire i muscoli del dorso per mantenere il giusto equilibrio nella posizione eretta. Anche in questo caso il rimedio è semplice: scarpe con un tacco non più alto di tre o quattro centimetri e, quando puoi, cammina a piedi nudi.


Al computer 

Quando ti siedi davanti al computer segui queste semplici regole ti aiuteranno a mantenere una posizione corretta e a evitare inutili affaticamenti che possono sfociare in un fastidioso mal di testa.

1. La parte superiore del monitor deve stare al livello degli occhi o appena più in basso, così puoi tenere la testa e il collo eretti.

2. Colloca la tastiera in una posizione centrale sulla scrivania, davanti al monitor o ai documenti che stai consultando.

3. La distanza della tastiera ti deve permettere di tenere gli avambracci stesi e rilassati e di appoggiarli sulla scrivania.

4. Cerca di usare un sedile regolabile in altezza.

5. Sistema lo schienale del sedile in modo che sostenga la zona lombare, con un inclinazione tra i 90º e 110º.

6. Quando digiti tieni le mani e le dita rilassate.

7. Appena senti un fastidio al collo o alle mani fermati, alzati e fai quattro passi nella stanza.

8. In ogni caso prenditi una pausa dopo due ore passate davanti al computer.


Lo stress

Che stress! Quante volte hai usato questa espressione?! Sicuramente molte, e a ragione: lo stress è considerato la malattia del secolo, ne soffrono addirittura due italiani su tre.
Ma cos'è lo stress? Possiamo definirlo "ansia da prestazione". Ci assale, infatti, quando affrontiamo in maniera troppo emotiva le situazioni quotidiane, oppure in tutte quelle occasioni della vita in cui siamo presi da mille cose o ci sentiamo in dovere di dare il cento per cento di noi stessi.
E queste occasioni sono veramente numerose: una scadenza molto vicina, un lavoro urgente, un'interrogazione o un compito in classe e, ancora, i conflitti familiari, le emozioni intense, le malattie, le fasi di cambiamento di vita, come il matrimonio o la nascita di un bimbo.

Il problema dello stress interessa in special modo i manager o chiunque occupi ruoli di grande responsabilità, e le donne, sempre più spesso divise fra gli impegni della famiglia e quelli del lavoro.
Ma cosa c'entra lo stress con il mal di testa? C'entra, c'entra ... Quando ti trovi nel bel mezzo di una situazione snervante, anche se non te ne accorgi, irrigidisci e tieni contratti i muscoli del collo, delle spalle e del cranio. Questo atteggiamento può farti scattare il cosiddetto "cerchio alla testa", provocandoti un attacco di cefalea tensiva, una forma di mal di testa non particolarmente dolorosa ma molto fastidiosa.
Lo stress è anche uno dei fattori che possono scatenare l'emicrania, che si manifesta con un dolore pulsante che interessa un solo lato della faccia.

Nelle crisi di cefalea tensiva il dolore si fa sentire proprio mentre stai vivendo la situazione stressante, al contrario nell'emicrania questo compare in un momento successivo alla fase di stress, mentre ti stai rilassando. Questo è quanto accade, per esempio, con la cosidetta cefalea da week end, un attacco di emicrania che aggredisce abitualmente durante il fine settimana.
Il rimedio al "mal di testa da stress" è semplice, almeno a dirsi: prova a eliminare l'ansia e la tensione ed evita, per quanto è possibile, le situazioni che te le provocano. Per combattere lo stress devi prima di tutto saperne riconoscere le cause e poi imparare a gestirlo nella maniera migliore.
Un valido aiuto è rappresentato dalle tecniche di rilassamento: puoi scegliere tra quelle di origine orientale, come lo yoga e l'agopuntura di tipo new age, come la musicoterapia e il rebirthing o che utilizzano sofisticate apparecchiature tecnologiche, come il biofeedback.

Ricorda che, analogamente allo stress, anche uno sforzo fisico intenso può provocare un mal di testa pulsante e persistente, specie se non sei al massimo della forma o sei particolarmente stanco. Quindi tieniti pure in esercizio con l'allenamento, ma fai attenzione a graduare l'intensità dell'attività fisica.  
Lo stress e tutti gli stati emotivi ad esso associati, come ansia, depressione, stanchezza, tensione nervosa e insonnia, sono considerati i principali fattori scatenanti la cefalea tensiva, tanto che questa viene spesso considerata un disturbo psicosomatico.
Quando ci si trova in questi stati si tende a convogliare nelle spalle la tensione accumulata e a contrarre le fasce muscolari del cranio e del collo. Questo sforzo, involontario ma continuo, si traduce in mal di testa.

È stato inoltre dimostrato che le persone particolarmente stressate hanno una soglia del dolore alterata, più bassa della media, a causa della diminuzione del livello delle endorfine.
Queste sono sostanze prodotte dal cervello, che funzionano come analgesici naturali svolgendo un ruolo fondamentale nel ridurre la sensibilità al dolore. Quando il livello di endorfine diminuisce, anche una semplice contrattura muscolare può essere avvertita in maniera più dolorosa e intensa.
Bisogna infine segnalare che, mentre l'attacco di cefalea tensiva causato da stress si verifica nel momento stesso in cui si vive la situazione stressante, nel caso dell'attacco di emicrania indotto dallo stress, il dolore arriva quando l'episodio che lo ha provocato è terminato. 


Tabacco e alcol

"Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere" recita il famoso proverbio. Forse esagera ma certamente gli stravizi non giovano alla salute. Nel caso del mal di testa, poi, possono rivelarsi la causa di una crisi, specialmente per chi è naturalmente predisposto alla cefalea. 
Il fumo, tra le sue tante controindicazioni, ha anche quella di mettere in circolo nel sangue una grande quantità di monossido di carbonio, che va a sostituirsi all'ossigeno nei globuli rossi. Mancando l'ossigeno, il cervello ne patisce e si mettono in moto fenomeni di vasomotilità, cioè di cambiamento del calibro dei vasi sanguigni, che provocano il dolore. Smettere di fumare, quindi, o almeno diminuire il numero delle sigarette giornaliere, è una buona norma in generale e un'ottima regola se vuoi evitare un fastidioso mal di testa. 

Cosa dire poi delle bevande alcoliche? L'alcol è un potente vasodilatatore e, in più, aumenta la produzione di istamina, una sostanza in grado di provocare mal di testa. Gli effetti di tutto questo, se sei predisposto, sono dannosi anche se bevi "solo un goccio". Il ben noto mal di testa da sbornia, dovuto agli effetti residui del troppo alcol, si accompagna a un generale stato di malessere. Per evitare le conseguenze più spiacevoli di un'abbondante bevuta, mangia un po' di miele prima di andare a dormire. Il miele, infatti, contiene il fruttosio, lo zucchero derivato dalla frutta, che aiuta l'organismo a smaltire più rapidamente l'alcol. 

Parliamo ora di Venere. La cosiddetta cefalea da rapporto sessuale colpisce "durante" e interessa esclusivamente quei maschi che sono naturalmente predisposti a questo tipo di mal di testa. Non è dovuta alla qualità o alla quantità delle "prestazioni" ma dipende dall'aumento della pressione arteriosa che accompagna l'eccitazione sessuale. 
Anche dormire troppo o troppo poco può dare alla testa, perché altera i ritmi naturali di sonno e veglia e, di conseguenza, la produzione di alcune sostanze che influiscono sul nostro benessere. 
Un tipico caso è la cefalea del nottambulo, il mal di testa che viene quando fai le ore piccole la notte e poi tenti di recuperare durante il giorno il sonno perduto. Un altro è la cefalea da week end, che colpisce durante il fine settimana quando si modificano gli orari del sonno rispettati dal lunedì al venerdì.


L'ambiente

L’ambiente in cui vivi, come è facile immaginare, influisce fortemente sulla qualità della tua vita e sul tuo stato di salute. In particolare, esistono numerosi fattori di natura ambientale che possono scatenare o aggravare le crisi di cefalea nei soggetti predisposti.
Ecco i principali.
Sei ha naso e orecchie "sensibili" cerca di evitare i rumori e gli odori troppo intensi. Il chiasso assordante, un suono acuto e prolungato, aromi e fragranze pungenti ma anche un profumo particolarmente intenso possono, infatti, farti scattare il mal di testa. Un effetto analogo può avere la luce troppo forte, soprattutto quando fissata a lungo.

Se quota e testa non vanno d'accordo, attento alle escursioni in alta montagna. L'effetto che l'altitudine esercita sulla qualità dell'aria in alta quota può, infatti, avere ripercussioni anche su di te. Con l'aumento della quota, l'aria diventa più rarefatta e può provocare mal di testa, vertigini e nausea. Per evitare questo sgradevole effetto da altura basta salire in modo graduale e fermarsi spesso durante il percorso per consentire all'organismo di adattarsi un po' per volta al cambiamento di altitudine.
Paura di volare? Se soffri di questa fobia, hai una scusa in più per preferire altri mezzi di trasporto. La pressurizzazione cui sono sottoposte le cabine degli aerei e gli effetti spesso destabilizzanti del cambiamento di fuso orario sono, infatti, due fattori che possono indurre mal di testa, insonnia e senso di stordimento. Quando ti sposti in aereo, soprattutto per destinazioni lontane, cerca di dormire almeno qualche ora durante il viaggio e di non appesantirti eccessivamente con il cibo prima e durante il volo. 
Tra i fattori ambientali che più influiscono sulla comparsa del mal di testa, possiamo sicuramente citare il clima e l'inquinamento nelle sue diverse forme
Un discorso a parte merita la casa, il primo ambiente con cui ci rapportiamo ogni giorno. 


I cibi

Ti è mai capitato di avere mal di testa dopo un pranzo, una cena o magari un banale spuntino? Se la risposta è sì, probabilmente hai mangiato qualche cosa che te lo ha scatenato. 
Esistono molti alimenti che possono determinare una crisi di mal di testa. Questo perché i cibi in questione contengono particolari sostanze vasodilatatrici che, inducendo un allargamento dei vasi sanguigni (compresi quelli del cranio), provocano il dolore.
Non confondere, però, questo tipo di mal di testa, generalmente sopportabile, con quello causato dalle allergie alimentari! In questo caso il dolore è una risposta del corpo a qualche sostanza che ti scatena una reazione immunitaria. Riconoscere questo mal di testa "allergico" è facile perché spesso è accompagnato da altri fastidiosi sintomi, come eruzioni cutanee, aumento del battito del cuore, disturbi intestinali.

Per evitare il mal di testa da cibo l'unico rimedio è quello di prestare attenzione a ciò che si mangia. Cerca, quindi di riconoscere e di limitare, o meglio ancora eliminare, le pietanze e le bevande "a rischio".
Segui una dieta sana e bilanciata, ricca di alimenti come carni e verdure fresche che contengono magnesio, sostanza che sembra capace di prevenire la cefalea. Altri cibi consigliati sono latte, yogurt, pane bianco, zucchero, miele, pesce e cereali. Durante la gravidanza e l'età dello sviluppo, o nella stagione estiva, dovresti associare alla dieta vitamine e sali minerali, la cui carenza, dovuta allo sforzo e al caldo, rende più esposti alla crisi.
Abbonda pure con il peperoncino che, grazie alla capsaicina (sostanza capace di regolarizzare la circolazione del sangue e di ridurre la produzione delle sostanze che trasmettono il dolore) sembra essere un ottimo antidolorifico.

Anche il digiuno può scatenare il mal di testa. Quando assumi pochi zuccheri puoi incorrere in una crisi ipoglicemica (il cosidetto "calo di zuccheri") che ha un effetto dilatante sui vasi sanguigni del cranio. Per evitare questo fastidio, che generalmente compare a metà mattina e per garantirti una riserva di energia, fai una prima colazione completa, abbinando a caffè, tè o latte, biscotti, fette biscottate, magari con la marmellata e cereali.
Vi è, infine, un mal di testa dovuto alla temperatura del cibo. Quando mangiamo un gelato o un ghiacciolo, si manifesta un dolore lancinante e improvviso, dovuto all'eccessiva sollecitazione delle terminazioni nervose del palato. Anche in questo caso l'unico consiglio è quello di evitare di mangiare troppi cibi freddi o, quanto meno, di mangiarli lentamente. 


La donna

Lo stato di salute di una donna dipende molto dal suo delicato equilibrio ormonale, spesso soggetto ad alterazioni durante le diverse fasi della vita. Il ciclo mestruale, la gravidanza, la menopausa, l'uso di contraccettivi orali, sono tutte situazioni in cui si verificano variazioni ormonali che possono scatenare attacchi di mal di testa.
Quando il mal di testa è … donna! Per molte donne, il legame tra ciclo mestruale e mal di testa è un evento tristemente noto.

Secondo l'ACHE (American Council for Headache Education) almeno il 60% delle donne che soffre di mal di testa lamenta un aumento nel numero di attacchi di cefalea durante il periodo mestruale.
Mentre una percentuale minore (circa il 10%) riferisce di accusare crisi di emicrania solo in corrispondenza dei giorni del ciclo e non altrimenti.
In realtà, anche se l'effetto esercitato dalle variazioni ormonali sul "mal di testa femminile" è da tempo una conoscenza acquisita, il meccanismo con cui tale influenza si verifica rimane ancora in parte sconosciuto.
Perché gli ormoni ci danno alla testa? L'origine del "mal di testa al femminile" è legata alle variazioni ormonali che si verificano in particolare momenti della vita di una donna.

Anche se il meccanismo di interazione non è ancora del tutto chiaro, è stato ipotizzato da tempo che gli estrogeni (gli ormoni sessuali femminili) giochino un ruolo determinante nel causare la cosiddetta "sindrome mestruale". Sembra, infatti, che il brusco calo di estrogeni, che si verifica in concomitanza dell'arrivo del ciclo, causi una riduzione di alcune sostanze prodotte dal cervello (le Beta-endorfine) che svolgono un ruolo determinante nel ridurre la sensibilità al dolore.
Con il calo degli ormoni, aumentano invece le prostaglandine, sostanze responsabili dei processi infiammatori che facilitano gli squilibri nella circolazione sanguigna cerebrale. Anche il progesterone, altro ormone sessuale femminile, è coinvolto nell'insorgenza del mal di testa femminile: il suo livello scende alcuni giorni prima dell'inizio delle mestruazioni causando quella che alcuni identificano come "emicrania premestruale". 



Metodi di prevenzione e trattamento


Norme generali

Prevenire il mal di testa è possibile applicando e rispettando, innanzitutto, alcune semplici norme e buone abitudini di vita: controllare la propria dieta, eliminare o ridurre il fumo e l'alcol, fare un'adeguata attività fisica, non assumere o mantenere a lungo posizioni del corpo scorrette, cercare di gestire ansia e stress.


Prevenzione farmacologica

La prevenzione attraverso i farmaci (terapia di profilassi), è consigliata nei casi di dolore cronico o frequente e nelle forme di cefalea particolarmente dolorose, varia a seconda del genere di mal di testa e deve essere studiata in base alle indicazioni e alle caratteristiche del paziente. L'assunzione dei medicinali deve avvenire, naturalmente sotto il controllo del proprio medico curante.
Nel caso dell'emicrania si interviene con la terapia di profilassi quando si hanno tre o più crisi al mese, che durano almeno due giorni.
La profilassi è particolarmente indicata nel caso della cefalea a grappolo, perché può aiutare a ridurre la durata degli attacchi e anche perché, data la brevità delle crisi, spesso il trattamento sintomatico non ha il tempo di agire.
La cefalea tensiva può richiedere un trattamento preventivo nel caso sia cronica, con più di due attacchi alla settimana. 


Trattamento farmacologico

L'efficacia del trattamento farmacologico dell'emicrania dipende, in buona misura, dalla tempestività con cui si interviene.

Gli analgesici da banco, soprattutto se assunti all'insorgere dei primi sintomi, possono risultare efficaci nel contrastare il dolore provocato dagli attacchi emicranici di minore intensità. Questi farmaci esercitano, infatti, azione antidolorifica e antinfiammatoria.

Nei casi di crisi più dolorose e acute, si può ricorrere ai triptani, farmaci che agiscono sui recettori della serotonina riducendo la dilatazione dei vasi cerebrali. Queste sostanze, però, possono avere effetti collaterali (costrizione al petto, stanchezza) e sono controindicati in determinate situazioni.
In passato venivano usati gli ergotaminici (derivati dell'ergot), farmaci che, esercitando un'azione vasocostrittrice, contrastano la fase di vasodilatazione cranica responsabile dell'insorgere del dolore.

In tutti i casi, dal momento che la nausea è spesso un sintomo di accompagnamento nelle crisi emicraniche, è preferibile (quando possibile) limitare l'uso di farmaci per somministrazione orale per evitare il rischio che questi possano indurre il vomito.

È bene ricordare, infine, che l'assunzione di farmaci dovrebbe sempre avvenire dietro indicazione del proprio medico. Alcuni di questi farmaci possono, infatti, presentare effetti collaterali, risultare inadeguati per chi soffre di altre patologie (disturbi cardiaci, circolatori o renali) o essere sconsigliati durante la gravidanza. 



Metodi "dolci"


Massoterapia

La massoterapia consiste in massaggi che aiutano a decontrarre e sciogliere i muscoli ed è utile soprattutto quando la cefalea tensiva si manifesta insieme ad artrosi cervicale, oppure quando si hanno difficoltà nella rotazione del capo.


Training autogeno

È una tecnica che insegna al paziente a rilassarsi in maniera profonda. Ci si concentra su alcune parti del corpo con immagini e sensazioni distensive, fino a non percepirne più la sensibilità fisica. Così anche la mente comincia a rilassarsi e riesce a tenere sotto controllo non solo il mal di testa, ma anche i dolori articolari e muscolari.


Yoga

Secondo lo yoga, il dolore è provocato da uno squilibrio tra le forze negative della luna e quelle positive del sole. Con l'apprendimento delle diverse posizioni, si può arrivare a controllare il respiro e, quindi, a raggiungere un benefico rilassamento fisico e mentale.


Rebirthing

Questa tecnica serve per correggere il proprio ritmo respiratorio. Con poche sedute si può imparare a respirare in modo lento e profondo, aumentando l'ossigenazione del sangue e favorendo l'eliminazione delle tossine. Si raggiunge così una sensazione di benessere che aiuta il rilassamento dei muscoli e, quindi, combatte uno dei principali fattori scatenanti la cefalea tensiva.


Musicoterapia

Si basa sul principio che la musica ha una grande influenza sull'equilibrio psicofisico dell'uomo e che il suo ritmo ha effetto sulla pressione sanguigna, la respirazione e il battito cardiaco. Il paziente soggetto ad ansia o stress può raggiungere uno stato di relax e di benessere generale ascoltando i brani musicali più indicati per lui, individuati e selezionati da un musicoterapeuta.


Meditazione

Comprende una serie di pratiche contemplative che aiutano a sviluppare o aumentare la concentrazione e la consapevolezza di se stessi e quindi a migliorare la qualità della vita. La meditazione, grazie a semplici esercizi di respirazione, rilassamento e visualizzazione, permette di vincere lo stress e ritrovare calma mentale e serenità. 


Aromoterapia 

Le proprietà terapeutiche delle erbe e degli oli essenziali da esse derivati sono note da sempre: tutte le antiche civiltà hanno utilizzato aromi e unguenti profumati con scopi medicinali, oltre che cosmetici e rituali. L'aromoterapia, riprendendo queste millenarie conoscenze, sfrutta l'azione dei principi attivi contenuti nelle piante per ripristinare il corretto scorrere delle energie vitali nel corpo e per garantire un benessere psicofisico generale.
Gli oli essenziali hanno, infatti, un grande potere antisettico e agiscono solo contro i virus e i batteri patogeni e non contro la flora batterica non dannosa. Esercitano anche una funzione stimolante sul sistema immunitario e contribuiscono all'espulsione delle tossine dall'organismo.

Gli oli essenziali dell'aromoterapia possono essere utilizzati secondo differenti modalità:

per via orale: è il sistema adatto per combattere mal di testa, tosse, raffreddore, indigestione, calcoli. Si possono diluire da una a tre gocce di olio in acqua e miele o su una zolletta di zucchero; 

impacchi: da utilizzare in caso di malattie della pelle e contusioni. Bisogna impregnare un panno di cotone con acqua e tre o quattro gocce di olio e applicare sulla zona interessata; 

bagni: sono utili per dolori mestruali, insonnia, disturbi circolatori, tensione nervosa, ritenzione idrica. L'acqua in cui sciogliere gli oli deve essere molto calda e il bagno deve durare almeno un quarto d'ora, per avere gli effetti desiderati; 

inalazioni: sono consigliate a chi non può assumere farmaci e servono contro disturbi respiratori e tensioni muscolari. Bisogna mettere una decina di gocce su un fazzoletto da portare al naso, o anche scioglierle in acqua bollente e inalarne i vapori; 

massaggi: il metodo più comune e più efficace di applicazione dell'aromoterapia, perché, in questo modo, le essenze curative penetrano più in profondità, frizionando la parte del corpo in questione con gocce d'olio. In particolare, il massaggio effettuato con aromi e oli essenziali allevia i dolori, favorisce il rilassamento e aiuta a eliminare la tensione muscolare, una delle principali cause della cefalea tensiva.
Gli aromi più indicati per il mal di testa sono il basilico, la rosa, l'origano, il cipresso.
Per combattere lo stress si può ricorrere al rosmarino o alla salvia sclarea, mentre contro l'ansia sono utili il neroli, essenza ricavata dai fiori d'arancio, la lavanda e lo ylang ylang. 


Biofeedback 

Biofeedback significa, letteralmente, "ritorno biologico". Questa tecnica è nata negli Stati Uniti e si sta diffondendo rapidamente anche in Italia. Viene utilizzata in molti ospedali come cura della cefalea tensiva e di altre patologie legate agli stati d'ansia e a disturbi psicosomatici.
Il biofeedback utilizza apparecchiature elettroniche per insegnare al paziente a rilassare i muscoli contratti. Il soggetto viene collegato, tramite dei sensori posti sulla fronte o sul collo, a uno strumento in grado di misurare la tensione muscolare. Ad ogni contrazione dei muscoli interessati, la macchina emette un segnale sonoro o luminoso, che diminuisce di intensità quando la tensione si attenua.
Il paziente si rende conto delle contrazioni involontarie che scatenano l'attacco di cefalea tensiva e impara, anche con esercizi di rilassamento, a controllare e a rilasciare la muscolatura, ponendo fine alla crisi dolorosa.
Il biofeedback è una terapia di successo perché non è invasiva e non presenta effetti collaterali. Richiede, però, tempi piuttosto lunghi, almeno dieci sedute, e una buona facoltà di concentrazione. I risultati migliori sono stati ottenuti con i bambini e i giovani, perché in questa fascia di età si hanno maggiori capacità di apprendimento e minori resistenze mentali.
Il biofeedback viene praticato oggi in molte strutture sanitarie, tra le quali segnaliamo i Centri Cefalee Italiani, accreditati dalla Federazione Europea delle Cefalee (EHF).


Agopuntura 

Riconosciuta anche dall'Organizzazione mondiale della sanità, l'agopuntura è un'antica tecnica della medicina tradizionale cinese che considera la salute come un'armonia dell'uomo con se stesso, con la natura e con l'ambiente. Secondo questa disciplina, l'introduzione di aghi in determinati punti della cute stimola le energie vitali, ristabilendo l'equilibrio interno e rilassando il corpo.
Secondo l'agopuntura, il dolore nasce da un'alterazione del flusso di energia che scorre all'interno del corpo, lungo una rete di meridiani. La cefalea tensiva, in particolare, è dovuta a un eccesso di energia nel fegato, l'organo che sovrintende alle emozioni, mentre l'emicrania dipende da una carenza di energia nei reni.
Per rimediare a questi disordini, l'agopuntore inserisce gli aghi nei punti dei meridiani del corpo interessati. In questo modo, si aumenta la produzione di alcune sostanze, come l'endorfina e la serotonina, che hanno un'azione antidolorifica.
Sono utilizzati da quattro a dodici sottilissimi aghi che vengono inseriti, a seconda del disturbo da curare, in punti precisi individuati dal medico e riscaldati o con un massaggio delle dita, o con una foglia di artemisia essiccata.
L'agopuntura è utilizzata sia nella prevenzione degli attacchi, sia nel controllo del dolore, ma per avere dei risultati occorrono una decina di sedute, non più di due alla settimana, con un richiamo dopo qualche mese.


Shiatsu 

Lo shiatsu, termine giapponese che significa "pressione con le dita", è una pratica di massaggio che mira a ristabilire il corretto flusso dell'energia lungo il corpo. Secondo questa tecnica, il dolore nasce dalla mancanza di armonia tra corpo, mente e spirito e, per combatterlo, è necessario ristabilire il giusto equilibrio energetico della persona, stimolando alcuni punti particolari, detti tsubo.
Secondo la pratica shiatsu la cefalea è dovuta a un ristagno di energia nella testa, e per farla passare, bisogna far defluire questa energia verso il basso.
Lo shiatsu si pratica e si riceve vestiti in modo confortevole, in un ambiente tranquillo, senza indossare scarpe, anelli o qualsiasi altro indumento che possa dare fastidio. La pressione, esercitata con le dita o con i palmi della mano, deve essere piuttosto forte, senza però causare dolore, e va mantenuta per venti o trenta secondi. Il movimento deve essere ripetitivo e "cullante".
Un trattamento richiede da trenta minuti a un'ora e i suoi effetti si protraggono a lungo nel tempo.
È possibile effettuare anche l'automassaggio (autoshiatsu), dopo averlo imparato da un terapeuta esperto.


I rimedi della nonna

Il mal di testa è un problema antico come l'uomo. Anche le cure per contrastarlo, quindi, hanno una lunga storia, tramandata dalle tradizioni popolari. Certo, l'efficacia di questi rimedi non è scientificamente provata, ma il loro vantaggio è di non avere particolari controindicazioni e di poter quindi essere sperimentati liberamente. 

Si può allora provare ad alleviare il dolore con impacchi di foglie di cavolo fresche o di cipolla o rafano crudi, avvolti in garze e applicati sulla nuca per venti minuti. Sembra essere efficace anche applicare fette di limone fresco o di patate crude sulle tempie, o frizionare le tempie stesse e la fronte con olio essenziale di menta o di lavanda.
Sollievo dovrebbe offrire anche un pediluvio con un'acqua molto calda, nella quale aggiungere una manciata di sale grosso o un cucchiaio di olio di rosmarino. 

Lo zenzero, una radice aromatica di origine orientale, è indicato in tutte le sue forme (crudo, come caramella o come preparato per tisane) per combattere il mal di testa. Il peperoncino è un ottimo antidolorifico, così come risultano utili come lenitivi liquirizia, pepe, anice, zafferano e curry. Salutari sono anche le bacche di ginepro, da masticare senza inghiottirle. 

Vi sono poi numerose piante medicinali con proprietà analgesiche, note fin dall'antichità. Il partenio, ad esempio, veniva usato contro i dolori mestruali. I fiori d'arancio e la lavanda hanno proprietà sedative e antispastiche e sono indicate per i mal di testa da stress. Si possono preparare delle tisane, sciogliendo un cucchiaio di preparato ottenuto dai germogli delle due piante in 200 ml di acqua bollente e lasciando riposare l'infuso per dieci minuti. Lo stesso discorso vale per la menta piperita. 


con informazioni tratte dal sito www.chemalditesta.it ,  adattamento di Alan Perz


Audio Album specifico:


Album dedicato al mal di testa e alla cefalea con oltre 40 minuti di musica e suoni. I brani sono progettati per alleviare progressivamente il mal di testa in genere.